Iniziamo a delinearci un cambiamento di rotta nell’approccio economico dell’amministrazione Trump. I recenti eventi hanno evidenziato un presidente degli USA apparentemente combattuto tra l’ambizione di riformare la politica economica del paese e la pressione sempre più intensa proveniente da investitori e grandi imprese.
Le tensioni dei dazi: Walmart, Target e Home Depot incontrano Trump
I leader delle tre principali catene di distribuzione americane – Walmart, Target e Home Depot – si sono recentemente riuniti con Trump per discutere degli effetti delle politiche sui dazi. I CEO hanno sottolineato come l’attuale situazione potrebbe portare ad un incremento dei prezzi al dettaglio e alla possibilità che gli scaffali dei negozi inizino a svuotarsi. Secondo le informazioni trapelate da questa riunione, questo scenario potrebbe concretizzarsi già entro due settimane.
L’allarme richiama alla luce una possibile efficienza persa nella catena di distribuzione e l’aumento dei costi per i consumatori. I ceo hanno quindi voluto avvertire il governo delle conseguenze che le tariffe potrebbero generare sulla vita quotidiana dei cittadini e sulla fiducia nel mercato.
L’aspro rapporto tra Trump e la Federal Reserve
Al centro delle preoccupazioni economiche recenti del presidente Trump vi è la questione delle tariffe imposte alla Cina, che arrivano fino a un drastico 145%. Questa politica ha provocato attriti commerciali che oggi pesano fortemente sulla stabilità finanziaria. Ad aggravare ulteriormente il clima di nervosismo a Wall Street vi è l’incessante tensione tra Trump e Jerome Powell, il governatore della Federal Reserve.
L’animosità tra i due ha raggiunto una fase critica ed ha creato un’incertezza preoccupante nel quadro economico già turbato dalla guerra commerciale. L’intenzione di Trump di violare l’autonomia della Federal Reserve, fino ad oggi percepita come indiscussa, ha dovuto affrontare resistenze senza precedenti.
Il dietrofront di Trump: il ruolo della squadra economica
A seguito delle critiche ricevute, Trump ha inaspettatamente ammorbidito il suo attacco a Powell, affermando di non avere intenzione di licenziarlo. Inutile dire che questa notizia ha immediatamente placato i nervi tesi del mercato finanziario. Questa decisione, tuttavia, non è arrivata da sola. Membri chiave della squadra economica del presidente, tra i quali il segretario al Tesoro Scott Bessent e il responsabile del Commercio Howard Lutnick, hanno consigliato a Trump di evitare un ulteriore conflitto con la Federal Reserve.
I tassi di interesse e le dichiarazioni del presidente
Nonostante le tensioni, Trump ha riconosciuto che Powell potrebbe essere più proattivo nel taglio dei tassi di interesse. Il presidente ha affermato che questo “è il momento perfetto per tagliare i tassi“, pur continuando a far intendere una nota di dissenso nei confronti della Federal Reserve.
Contatti diretti con Pechino e gli aggiornamenti sulle tariffe
Trump ha dato inoltre la conferma di contatti diretti quotidiani tra Stati Uniti e Cina, per negoziare sul compromesso relativo ai dazi. Il presidente ha accennato a decisioni definitive riguardanti le tariffe sui prodotti cinesi in programma nelle prossime due-tre settimane.
Indiscutibilmente, questi dialoghi sono fondamentali per ridurre la tensione commerciale e limitare l’impatto delle tariffe sull’economia interna degli USA. Sembra che dietro le dure comunicazioni pubbliche ci sia dunque un filo di dialogo costruttivo, al fine di risolvere al meglio una guerra commerciale che dura già da troppo tempo.