Se hai questa moneta da 50 centesimi sei ricco: ecco quanto vale

Una vecchia moneta da 50 centesimi può valere migliaia di euro. Scopri quale cercare e perché alcuni esemplari sono così rari

Capita ogni tanto di tirare fuori un vecchio portamonete, magari quello che sta in fondo a un cassetto da anni, e dentro ci trovi di tutto: scontrini sbiaditi, bottoni, monetine dimenticate. Alcune appiccicose, altre che sembrano uscite da un’altra epoca. E proprio lì, tra quelle, salta fuori una moneta strana. E se la moneta che ti capita tra le mani è quella da 50 centesimi del Regno d’Italia, potresti aver trovato un piccolo tesoro. No, non si parla di quelle che usiamo ancora oggi per comprare una gomma o due caramelle. Qui entriamo in un campo che confina con il collezionismo, la storia e, a tratti, l’assurdo. Perché alcune di queste monete oggi valgono cifre che farebbero girare la testa anche a un notaio.

Monete da 50 centesimi di Lire molto rare

Ebbene, le monete 50 centesimi del Regno d’Italia sono state emesse tra il 1861 e il 1946. In genere si presentano in bronzo o ottone. Sul dritto trovi il profilo del re di turno, che può essere Vittorio Emanuele II o III, a seconda dell’annata. Sul retro, la scritta “50 centesimi” con un design piuttosto sobrio, nulla di troppo barocco.

La vera chicca però è quella coniata nel 1861. Prima annata dell’Italia unita, la Zecca di Firenze ne ha prodotte oltre un milione. Ma qui viene il colpo di scena: oggi ne circolano pochissime. Sparite, perdute, finite chissà dove. E proprio questa scarsità le rende preziose. Una moneta del genere, se conservata in condizioni perfette – quelle che in gergo numismatico si chiamano “Fior di Conio” – può superare i 3.000 euro.

La moneta da 50 centesimi coniata a Torino

Ma aspetta, perché il vero gioiello è un altro. La stessa moneta, coniata a Torino sempre nel 1861, è molto più rara. Solo 5.000 esemplari all’epoca. Se ne trovi una, e per qualche strano allineamento dei pianeti è in condizioni ottimali, può arrivare a valere fino a 70.000 euro. Una cifra davvero interessante.

Ora, prima che si scateni il soqquadro nei cassetti di casa, va detto che la maggior parte delle monete da 50 centesimi di Lire non vale una cospicua somma. Quelle più recenti difficilmente superano qualche euro di valore per i collezionisti. Ci sono eccezioni, certo, ma l’annata 1861 è davvero quella che fa gola.

Il fascino delle monete rare e non

Anche se non è rara, comunque una moneta non è solo metallo, è un pezzo di tempo. Porta impressi nomi, volti, date, e racconta qualcosa di imperituro. Magari non cambierà la vita a chi la possiede, ma sapere di avere tra le mani qualcosa che ha attraversato secoli e mani diverse fa un certo effetto. Possedere una moneta che appartiene ad un’epoca in cui l’Italia aveva ancora un Re, suona strano, vero?

In definitiva, comunque, se per caso ti trovi tra le mani una moneta da 50 centesimi di Lire con la faccia di Vittorio Emanuele e l’anno 1861, non buttarla. Prima controlla bene, magari con una lente. E se c’è scritto “Zecca di Torino”, potresti essere molto più ricco di quanto pensi. Poi, certo, serve anche un po’ di fortuna. Ma quella, si sa, non la coniano mica.

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