Cinque domande, tutte in apparenza facili. Ma spesso la risposta giusta non è quella che viene in mente per prima.
A volte basta poco per inciampare in un errore. Una domanda veloce, una risposta data d’istinto, e si scopre che la logica non va sempre d’accordo con l’intuito. Succede spesso nei test di logica generale: non serve essere studiosi, basta fermarsi e ragionare con calma. Il punto non è conoscere formule o avere memoria da elefante. È più una questione di attenzione.
Prendiamo un esempio semplice. C’è un padre con quattro figli. Ognuno di loro ha una sorella. Fin qui sembra tutto chiaro. Ma se ci si ferma un attimo a pensare, si capisce che quella sorella è la stessa per tutti. Non sono quattro sorelle diverse. Quindi, contando i quattro figli, la sorella in comune e il genitore, si arriva a sei persone in tutto. Eppure, molti rispondono d’istinto “nove”, come se moltiplicare tutto fosse l’unica strada.
Test di logica generale
Un’altra situazione tipica è quella dell’autobus. Parte da Roma con quaranta passeggeri. A Firenze ne scendono dieci, salgono in cinque. Poi a Bologna scendono venti persone e ne salgono due. Finché si racconta la scena, tutto sembra lineare. Ma quando arriva il momento di contare quanti passeggeri sono rimasti, la confusione è dietro l’angolo. Chi ha seguito bene, capisce che alla fine sono diciassette. Ma basta perdere un passaggio, o invertire chi sale e chi scende, per sbagliare tutto.
Poi c’è il classico trabocchetto della candela. Una candela alta trenta centimetri si consuma di tre centimetri ogni ora. A qualcuno verrebbe da dire che per arrivare a metà, cioè a quindici centimetri, bastano quindici ore. Ma è un errore. Se si consuma di tre centimetri l’ora, bastano cinque ore per bruciare la metà della candela. È una questione di attenzione ai dati, non di velocità di risposta.
Un’altra domanda che gira spesso è quella delle pecore. Un contadino ne ha diciassette. Tutte, tranne nove, scappano. E lì molti si buttano in conti complicati, pensando chissà cosa. In realtà, la frase è semplice: le uniche che non sono scappate sono nove. Quindi nove è anche la risposta. Tutto sta nel non farsi fregare dalle parole.
La quinta domanda riguarda un lago pieno di ninfee. Ogni giorno, queste raddoppiano. Si dice che in quarantotto giorni il lago si riempie del tutto. E allora in quanti giorni sarà a metà? Chi si basa solo sul numero, senza considerare il raddoppio quotidiano, tende a dire ventiquattro. Ma se raddoppiano ogni giorno, allora il giorno prima del quarantottesimo erano la metà. La risposta giusta è quarantasette.
L’importanza di fermarsi un secondo
È curioso notare come spesso le domande più semplici siano anche quelle in cui si sbaglia più facilmente. Non perché siano difficili in sé, ma perché si dà per scontato di aver capito. In realtà, si tratta più di riflessi che di intelligenza. È come attraversare la strada guardando solo da un lato. Finché va bene, tutto ok. Ma basta una distrazione e si finisce nei guai.
Questi esercizi fanno sorridere, ma mostrano bene quanto l’attenzione ai dettagli faccia la differenza. Alcune risposte sembrano ovvie, quasi banali. Però basta poco per accorgersi che qualcosa non torna. E spesso si scopre che la prima intuizione è proprio quella sbagliata. Allenarsi a leggere tra le righe, anche nelle piccole cose, può cambiare parecchio il modo in cui si affrontano i problemi. Anche quelli che non sembrano problemi.